In questo articolo viene esaminata la tesi recentemente sostenuta da W. Goffart che i patti di ‘hospitalitas’, per mezzo dei quali molte tribù federate e gruppi di barbari vennero insediati nel territorio Romano, non riguardavano porzioni di reali possedimenti, come in genere viene asserito, ma porzioni di unità fiscali in base alle quali venivano tassati. Viene dimostrato che per le autorità Romane erano possibili tutte e due i tipi di divisione; ma che il primo era del tutto coerente sia con le pratiche Romane tradizionali sia con i problemi politici ed economici dell'Impero occidentale del V secolo. Studiati attentamente, si può constatare che i testi relativi all'insediamento italiano, che Goffart porta a modello, contraddicono la sua interpretazione. Vengono discussi i processi relativi alia suddivisione fisica della proprietà terriera e le sue più ampie implicazioni per l'impero e per gli stati che succedettero, nonchè l'mportante problema della tassazione dei lotti dei barbari.